AGGIORNAMENTI TERAPIA FARMACOLOGICA DELL’ASMA BRONCHIALE CRONICO Premessa 3. Obiettivi del trattamento dell’asma a lungo
In questi ultimi anni si sono registrati indiscutibi-
li progressi nel trattamento dell’asma bronchiale e
I principali obiettivi del trattamento dell’asma
ciò grazie ad una ampia e continua diffusione, e con-
seguente attuazione, di corrette linee di intervento,
– controllare e prevenire l’insorgenza dei sintomi
che, in particolare, hanno posto nel giusto rilievo il
ruolo centrale della terapia antinfiammatoria preven-
– mantenere una normale attività del paziente con
tiva. Nonostante ciò il problema “asma” non si può
dire risolto, in quanto la prevalenza e la gravità di ta-
– prevenire le riacutizzazioni della sintomatologia
le patologia sono crescenti, molti pazienti non sonoancora correttamente trattati e sia i ricoveri ospeda-lieri che i decessi per asma tendono ad aumentare.
4. Interventi non farmacologici
Questo articolo non intende entrare nel merito di
tutto ciò, nè essere un’ulteriore linea guida al tratta-
Un controllo efficace della malattia può essere rag-
mento dell’asma, limitandosi a presentare una breve
giunto se, accanto ad una corretta prescrizione e at-
rassegna sui progressi registrati nella farmacoterapia
tuazione della terapia, sono realizzati altri interventi,
i più importanti dei quali sono riportati nel Box 1. 1. Definizione di asma 5. Terapia farmacologica
L’asma è una malattia caratterizzata da episodi
Le ricerche effettuate in questi ultimi dieci anni
ricorrenti di tosse, respiro sibilante, costrizione tora-
hanno permesso una maggiore conoscenza della fisio-
cica e dispnea che ha come momento patogenetico
patologia dell’asma e, in particolare, del ruolo centra-
fondamentale uno stato infiammatorio delle vie ae-
le che in tale malattia riveste l’infiammazione delle vie
ree. Lo stato infiammatorio rende le vie aeree iper-
aeree. A partire da ciò è ormai unanimemente ricono-
sensibili ad una varietà di stimoli quali allergeni, ir-
sciuta l’importanza di controllare lo stato infiamma-
ritanti chimici, fumo, aria fredda ed esercizio fisico. torio all’inizio del processo somministrando glicocor-
Se esposte a tali stimoli le vie aeree possono presen-
ticoidi per via inalatoria come trattamento elettivo di
tare edema, spasmo della muscolatura liscia, aumen-
prevenzione, in tal modo contenendo la necessità di ri-
to della secrezione di muco, infiltrazione cellulare
correre agli agonisti β2-adrenergici a breve durata d’a-
specialmente eosinofila, lesione e desquamazione
zione (short acting) per ridurre la sintomatologia. Far-
epiteliale. La conseguente ostruzione delle vie aeree
è reversibile, non completamente in alcuni pazienti,
2-adrenergici a lunga durata d’azione(long-acting), teofilline, antileucotrieni ed altri posso-
in modo spontaneo o in seguito a trattamento. Per
no essere considerati di seconda linea, da utilizzare
quanto riguarda il modello terapeutico nel trattamen-
con i glicocorticoidi inalanti per migliorare il control-
to dell’asma si rimanda alla Figura 1.
lo dei sintomi e ridurre la variabilità giornaliera. 2. Prevenzione dell’asma
I glicocorticoidi sono i più potenti antinfiammato-
È ormai dimostrato che il fattore di rischio più ri-
ri disponibili per il trattamento dell’asma (1,2). La
levante per lo sviluppo della malattia, specie nei
loro efficacia è determinata da molteplici fattori: di-
bambini, è l’esposizione al fumo di tabacco, agli al-
minuzione della attivazione e del reclutamento delle
lergeni (forfore animali, polvere domestica da acari,
cellule infiammatorie, riduzione della permeabilità
ecc.), agli inquinanti atmosferici e agli irritanti chi-
vascolare, riduzione della produzione di muco, po-
mici presenti nell’ambiente di lavoro.
tenziamento della risposta ai farmaci β2-adrenergici.
ersistente ersistente
long-acting per via inalatoria preferibil-
Moderato-P e-persistente v ie e-intermittente icazione Box 1: Interventi non farmacologici per un controllo efficace dell’asma a. Controllo ambientale
– valutazione di eventuali meccanismi scatenanti di tipo allergico; – in presenza di un significativo sospetto effettuare test con allergeni;– in caso di una dimostrata origine allergica attuazione di un adeguato controllo ambientale valutando
l’opportunità di una immunoterapia. b. Identificazione di condizioni coesistenti che possono modificare l’andamento clinico
– reflusso gastroesofageo;– sinusite, poliposi nasale;– farmaci (es: acido acetilsalicilico, antinfiammatori non steroidei, betabloccanti compresi quelli per uso
c. Educazione del paziente e dei familiari
– spiegazione delle basi fisiopatologiche dell’asma e dei meccanismi con cui agiscono i farmaci illustran-
– precoce riconoscimento delle riacutizzazioni della malattia educando i pazienti con asma lieve-modera-
to e con frequenti esacerbazioni a monitorizzare la funzione respiratoria con misurazioni giornaliere delpicco di flusso espiratorio (PEF);
– insegnamento della tecnica corretta di assunzione dei farmaci per via inalatoria con rivalutazione del-
l’esecuzione da parte del paziente ad ogni visita;
– automedicazione: sulla base di un programma terapeutico individuale il paziente deve essere in grado di
gestire la malattia attraverso la redazione di diari clinici (tipo e frequenza dei sintomi, frequenza dell’u-so di broncodilatatori e valori del PEF);
– educazione del paziente a un controllo autonomo delle crisi lievi spiegando quando è necessario richie-
In condizioni di normale assorbimento intestinale
(efficacia antiasmatica vs effetti avversi sistemici) no-
la somministrazione di questi farmaci per via orale e
tevolmente favorevole. Le evidenze suggeriscono che
parenterale è equivalente (3). Sono utilizzati nella te-
l’utilizzo precoce di glicocorticoidi inalatori può pre-
rapia cronica dell’asma quando, malgrado un regime
venire nel lungo periodo il declino della funzionalità
terapeutico ottimale, si osservino frequenti recidive e
polmonare conseguente a fibrosi bronchiale causata
dall’infiammazione cronica non trattata.
L’utilizzo dei glicocorticoidi sistemici per lunghi
periodi porta alla comparsa di numerosi effetti colla-
terali che comprendono la soppressione dell’asseipotalamo-ipofisi-surrene, l’insorgenza di osteopo-
Il trattamento di un asma persistente con glicocorti-
rosi, di cataratta posteriore sottocapsulare, di ipergli-
coidi inalatori prevede dosi iniziali relativamente ele-
cemia, di glaucoma, di strie cutanee, di necrosi ava-
vate per 4-8 settimane (1500 - 2000 mcg/die di beclo-
scolare, di ritardi della crescita. L’utilizzo dei glico-
metasone dipropionato o dosi equivalenti di altri ste-
corticoidi orali è andato rapidamente riducendosi
roidi), al fine di pervenire rapidamente ad un controllo
con l’introduzione e la dimostrata efficacia dei glico-
ottimale della condizione. A ciò si fa seguire una gra-
duale riduzione del dosaggio giornaliero fino alla dose
I glicocorticoidi inalatori sono considerati attual-
più bassa efficace per un determinato paziente, in gra-
mente il caposaldo della terapia antiinfiammatoria
do di mantenere il controllo raggiunto. In presenza di
dell’asma (1,2,5). La distribuzione diretta sulle vie re-
asma lieve-moderata la somministrazione giornaliera
spiratorie di dosi relativamente basse di glicocorticoi-
di dosi di mantenimento di 500 - 1000 mcg di beclo-
di topicamente attivi e un elevato grado di inattiva-
metasone dipropionato o dosi equivalenti di altri ste-
zione al primo passaggio epatico della quota di corti-
roidi, quali budesonide, flunisolide, fluticasone, triam-
sonico deglutita determinano un indice terapeutico
cinolone, è di solito in grado di mantenere gli obiettivi
indicati nel documento linee guida GINA(*), quali la re-
proprietà simili. Essi sono rapidamente assorbiti nei
gressione dei sintomi, la normalizzazione della funzio-
polmoni e possiedono un’elevata sicurezza. Agisco-
ne respiratoria, la riduzione al ricorso e al bisogno, del
no fondamentalmente stabilizzando le membrane dei
broncodilatatore β2-adrenergico per immediato sollie- mastociti.
vo dei sintomi e la riduzione delle riacutizzazioni.
Entrambi i farmaci non sono broncodilatatori, ma
possiedono la capacità di inibire l’attivazione delle
cellule infiammatorie e il rilascio di mediatori. Inibi-scono la risposta immediata e ritardata indotta dagli
Anche se i glicocorticoidi inalatori utilizzati nel trat-
allergeni, la broncocostrizione provocata dalle so-
tamento dell’asma bronchiale presentano un indice te-
stanze chimiche, dall’esercizio fisico e dall’aria fred-
rapeutico favorevole, il loro impiego a lungo termine
da, e riducono la iperreattività bronchiale (10).
può provocare effetti sistemici dose-dipendenti. Esisto-
Entrambi i farmaci vengono utilizzati nel tratta-
no dimostrazioni sempre più consistenti che i più re-
mento dell’asma moderato e sono indicati a scopo
centi glicocorticoidi di elevata potenza, quali il flutica-
preventivo prima dell’esposizione a stimoli antigeni-
sone proprionato, mostrano un profilo meno favorevo-
ci e prima dell’attività fisica. Il nedocromile (ma non
le di effetti sistemici, anche se questo può essere in par-
il disodiocromoglicato) può avere un effetto di ri-
te compensato dalla possibilità di utilizzare dosi di
sparmio dei glicocorticoidi utilizzati per via inalato-
mantenimento efficaci più basse (6). Tre diversi studi
ria, e pertanto trova indicazione in quei pazienti in te-
dose-risposta hanno evidenziato che, una volta corrette
rapia cortisonica con scarso controllo della sintoma-
le differenze nella potenza topica, per dosi terapeutica-
tologia nei quali sarebbe indicato un aumento del do-
mente equivalenti (in microgrammi) di budesonide e
fluticasone (metà dose rispetto a budesonide), que-
Si sono dimostrati più efficaci nei pazienti con
st’ultimo presenta più intensi effetti sistemici, quantifi-
asma atopico e soprattutto nei bambini.
cabili in 1,5 volte superiore tramite misurazione con in-
Gli effetti collaterali dei cromoni sono rari e di
dici sensibili di soppressione surrenalica (7-9).
Tra gli effetti sistemici l’osteoporosi deve essere
tenuta presente nelle donne in menopausa; è stato os-
5.3. Farmaci antagonisti dei recettori dei leucotrieni
servato in queste pazienti una riduzione della densità
Rappresentano il primo trattamento dell’asma
ossea correlata con la dose cumulativa e la durata del
bronchiale derivato dalla ricerca di un inibitore di un
trattamento con glicocorticoidi. Il trattamento a lun-
processo fisiopatologico specifico. I leucotrieni in-
go termine con glicocorticoidi per via inalatoria si
fatti hanno la proprietà di essere potenti broncoco-
associa inoltre con un maggior rischio di cataratta e,
strittori e di indurre risposte fisiopatologiche simili a
in modo meno evidente, di glaucoma. La comparsa
quelle associate all’asma (edema tissutale, migrazio-
di strie cutanee appare più frequente nei pazienti più
ne degli eosinofili e stimolazione della secrezione da
anziani e si associa con la soppressione ipotalamo-
parte delle cellule delle vie respiratorie).
surrenalica, costituendo quindi un elemento di allar-
Uno dei principali vantaggi offerto da questi far-
me per la ricerca degli altri effetti collaterali. Riguar-
maci è dato dalla loro attività per via orale che rende
do infine agli effetti sfavorevoli locali, l’incidenza
potenzialmente elevata la compliance alla terapia. Laloro efficacia nel trattamento cronico dell’asma bron-
della candidiasi orale può essere ridotta facendo uso
chiale è stata valutata in numerosi studi che hanno
di spaziatori di ampio volume che limitano la depo-
previsto periodi di osservazione variabili da 10 giorni
sizione del farmaco nell’orofaringe (6).
a 6 mesi (11-13). La loro somministrazione orale mi-gliora la funzione respiratoria, attenua i sintomi del-
l’asma, riduce la frequenza delle esacerbazioni della
Il disodiocromoglicato e il nedocromile sono due
malattia che richiedono l’uso di glicocorticoidi per via
farmaci antinfiammatori utilizzati nel trattamento
orale, riduce l’uso di emergenza dei farmaci β2-adre-
dell’asma cronico strutturalmente differenti, ma con
nergici e la dose dei glicocorticoidi per via inalatoriarichiesti per mantenere il controllo della malattia (11).
(*) GINA è l’acronimo di Global Initiative for Asthma, un’i-
Sebbene gli studi fino ad ora effettuati abbiano veri-
niziativa progettata e realizzata in collaborazione tra il National
ficato come l’uso di questi farmaci determini una ridu-
Heart, Lung, and Blood Institute (USA) e l’OMS con l’obiettivo
zione della dose di glicocorticoidi per via orale (11), la
di aiutare operatori sanitari e pazienti a ridurre prevalenza, mor-
loro efficacia non è stata confrontata ancora sufficien-
bidità e mortalità da asma. Suoi compiti principali sono: prepara-
temente con il trattamento con cortisonici per via ina-
re rapporti scientifici su prevenzione e trattamento dell’asma, in-
latoria (14). Inoltre i dati della letteratura mostrano co-
coraggiare la diffusione e l’adozione di tali rapporti, promuoverela collaborazione internazionale della ricerca sull’asma. Informa-
me il miglioramento del volume di flusso espiratorio al
zioni su GINA si trovano in Internet: http://www.ginasthma.com
1° sec. (FEV1) in risposta alla terapia con cortisonici
per via inalatoria sia superiore a quello ottenibile con i
dei β2-adrenergici da parte del paziente viene consi-
farmaci appartenenti a questa classe nei pazienti con
derato come un indicatore di un inadeguato controllo
asma persistente di grado lieve-moderato (1,11). della malattia che richiede una valutazione medica.
La loro recente introduzione (primi mesi del 1998)
Gli effetti collaterali dei β2-adrenergici compren-
non ha ancora permesso di valutare compiutamente i
dono tremori, tachicardia e ansietà; tuttavia questi ef-
possibili effetti collaterali. Sono segnalati sporadici
fetti sono quasi del tutto assenti quando tali farmaci
quadri clinici di notevole gravità caratterizzati da eosi-
vengono somministrati per via inalatoria.
nofilia, insufficienza cardiaca, vasculite eosinofila (sin-drome di Churg-Strauss) interpretabili anche come do-
vuti a smascheramento di questa sindrome in seguito
Il capostipite di questa classe di farmaci è rappre-
alla riduzione dei glicocorticoidi. Sono inoltre da valu-
sentato dall’ipratropio bromuro.
tare le possibili interferenze farmacologiche; zafirluka-
Dopo somministrazione parenterale gli effetti del-
st inibisce ad esempio il metabolismo del warfarin.
l’ipratropio sono simili a quelli dell’atropina. Essi
In considerazione del ridotto numero di studi cli-
comprendono broncodilatazione, tachicardia e inibi-
nici di confronto tra questi farmaci e quelli della tera-
zione della secrezione salivare. Una proprietà inatte-
pia tradizionale (11,14-16), la loro posizione nell’am-
sa e terapeuticamente importante dell’ipratropio è
bito delle linee guida terapeutiche internazionali non
rappresentata dalla relativa mancanza di influenza
è stata ancora definita. Il loro impiego appare co-
sulla funzione dell’epitelio ciliato bronchiale, in con-
munque indicato nei casi di asma persistente di mo-
trasto con la marcata inibizione del movimento cilia-
derata entità in cui la terapia tradizionale, corretta-
re e della clearance mucociliare indotte dall’atropina.
mente eseguita, non abbia ottenuto risultati soddisfa-
Quando viene somministrato per via inalatoria, l’a-
centi e nella profilassi dell’asma da esercizio fisico.
zione dell’ipratropio è limitata quasi esclusivamenteal cavo orale e alle vie aeree. Questa selettività di-
pende dall’assorbimento molto scarso del farmaco a
livello dei polmoni e del tratto gastrointestinale.
Agiscono determinando una broncodilatazionemediante stimolazione dei recettori β
2-adrenergici, la broncodilatazione
prodotta dall’ipratropio nei soggetti asmatici si svi-
con produzione finale di AMP-ciclico e rilasciamen-
luppa più lentamente (sono necessari dai 60 ai 90 mi-
to della muscolatura liscia bronchiale; inoltre riduco-
nuti per ottenere la massima dilatazione bronchiale)
no il rilascio di mediatori infiammatori e migliorano
ed è di solito meno intensa. In alcuni pazienti con
asma acuto l’ipratropio ha dimostrato di avere un ef-
Gli agonisti β2-adrenergici sono i broncodilatato- fetto additivo con i β
ri più potenti e con maggior rapidità d’azione utiliz-
zione. I trial clinici fino ad oggi condotti hanno di-
zati nella pratica clinica (1,2). La disponibilità in dif-
mostrato che l’utilizzo dell’ipratropio nella terapia
ferenti formulazioni (breve, intermedia e lunga dura-
dell’asma a lungo termine è di scarsa utilità (2,17).
ta d’azione) e in svariati sistemi di somministrazione(spray dosati, polveri inalatorie, soluzioni per la ae-
rosolterapia e compresse orali) conferisce a questa
La teofillina è un farmaco che continua ad essere uti-
classe di farmaci una grande versatilità d’utilizzo.
lizzato nel trattamento dell’asma sia negli adulti che nei
La via inalatoria è considerata la via di scelta
bambini. La teofillina è un broncodilatatore metilxanti-
poiché aumenta la selettività bronchiale di questi far-
nico, che possiede anche effetti extrapolmonari, fra cui
maci e consente il raggiungimento di una broncodi-
il miglioramento della contrattilità della muscolatura
latazione massimale con effetti collaterali minimi ri-
respiratoria. Ha un ristretto indice terapeutico; è effica-
spetto ad altre modalità di somministrazione (1,2).
ce alla concentrazione sierica di 28-83 micromoli/L (5-
In conseguenza della loro rapida attività broncodi-
15 microgrammi/ml) per cui risulta prudente monitora-
latatrice e broncoprotettiva (capacità di inibire o ridur-
re periodicamente la teofillinemia tenendo conto che, a
re la broncocostrizione indotta da vari stimoli), i β2- causa del metabolismo epatico, può essere influenzata
adrenergici a breve durata d’azione sono i farmaci di
da numerosi fattori (età, dieta, presenza di malattie, in-
scelta per le riacutizzazioni dell’asma e per prevenire
terazioni farmacologiche). Lo stato febbrile e una dieta
l’asma indotto dall’ esercizio fisico. Paradossalmente,
con un elevato contenuto di carboidrati riducono il me-
la loro rapidità d’azione e la loro potente attività bron-
tabolismo della teofillina. Riguardo alle interazioni far-
codilatatrice può portare, nell’utilizzo a lungo termi-
macologiche la fenitoina, il fenobarbitale, la carbama-
ne, ad un abuso da parte del paziente con un peggiora-
zepina e la rifampicina aumentano del 25% la clearan-
mento del controllo della malattia se questi non ven-
ce della teofillina, mentre i macrolidi, la cimetidina, la
gono utilizzati in associazione con farmaci antinfiam-
ciprofloxacina e i contraccettivi orali riducono la clea-
matori. Perciò un aumento della frequenza di utilizzo
Altri effetti benefici della teofillina sono rappre-
ni (18-24). Anche in questo caso i pazienti sottoposti
sentati dalla riduzione della fase precoce e tardiva
a terapia associata avevano un minore numero di ria-
della risposta agli allergeni, da un effetto di risparmio
cutizzazioni e di ospedalizzazioni rispetto ai pazien-
degli steroidi e da una migliorata tolleranza all’eser-
ti in terapia con il solo salbutamolo.
cizio fisico. Rispetto ai β2-adrenergici la teofillina
presenta una più lenta comparsa d’azione e un minoreffetto broncodilatatore, per cui sembra essere menoutile per la terapia dell’asma acuto.
(salbutamolo + beclometasone), in un’unica associa-
La teofillina determina una serie di effetti collaterali
zione somministrata per via inalatoria, non è stata
dose correlati (nausea, vomito, disturbi del comporta-
sufficientemente valutata in letteratura. Nonostante
mento e del sonno, convulsioni, aritmie). Gli effetti ga-
alcuni articoli dimostrino una superiorità in termini
strointestinali possono essere intollerabili per alcuni pa-
di funzionalità respiratoria, rispetto all’utilizzo dei
zienti, anche per livelli sierici nel range terapeutico. I
singoli componenti (salbutamolo seguito dall’assun-
genitori e gli insegnanti di bambini in terapia con teofil-
zione di beclometasone e viceversa), questi studi
lina devono essere informati del fatto che la teofillina
presentano un campione limitato di pazienti e non
può essere responsabile di disturbi dell’apprendimento.
raggiungono una significatività statistica (25,26). L’utilizzo di formulazioni che combinano dosiprefissate di antinfiammatori con β
non è in accordo con le raccomandazioni delle linee
L’utilizzo della associazione di ipratropio bromu-
guida internazionali (2), in quanto non consente un
adeguamento posologico individualizzato, in parti-
colare non consente l’utilizzo del dosaggio minimo
Negli studi eseguiti negli anni passati, in cui si con-
frontava l’utilizzo della terapia in associazione (ipra-tropio + salbutamolo) in contrapposizione all’utilizzo
6. Comportamento terapeutico
del solo salbutamolo, i risultati sono stati contrastanti. Alcuni studi hanno evidenziato che la terapia in asso-
Il trattamento a lungo termine della malattia
ciazione presenta una maggiore efficacia rispetto alla
asmatica costituisce un importante problema in con-
seguenza della natura dinamica del processo patolo-
hanno evidenziato nessun beneficio o un modesto be-
gico. L’obiettivo della terapia dell’asma cronico è di
neficio della terapia in associazione (20,21). mantenere un paziente asintomatico in una situazio-
Questa discrepanza di risultati ha portato alla rea-
ne di stabilità respiratoria con la migliore funziona-
lizzazione di tre importanti trial, randomizzati, in
doppio cieco, effettuati presso dipartimenti di medi-
Il trattamento farmacologico è basato sulla gra-
cina d’urgenza di Canada, Nuova Zelanda e Stati
vità dell’asma. Per raggiungere gli obiettivi della te-
Uniti. Tali studi possiedono complessivamente il
rapia sono stati sviluppati numerosi modelli terapeu-
campione più numeroso di pazienti (>1000). Nono-
tici che si basano su una strategia “step by step” de-
stante la grandezza del campione selezionato i tre
studi non sono riusciti a dimostrare un miglioramen-to statisticamente significativo della funzionalità re-
7. La spesa per farmaci antiasmatici per
spiratoria con la terapia in associazione rispetto alla
via inalatoria
sola terapia con salbutamolo (20-22).
Successivamente è stata condotta una analisi com-
Nella tabella 2 si riporta la spesa nazionale com-
binata dei tre studi allo scopo di valutare complessiva-
plessiva (pubblica+privata) per farmaci antiasmatici
mente i risultati (23). Questa analisi ha evidenziato
inclusi nel Prontuario del Servizio Nazionale, som-
che la terapia in associazione nell’asma acuto produce
ministrabili per via inalatoria, nel 1998 e nel 1999
un miglioramento modesto della funzionalità respira-
(proiezione sulla base dei dati del 1° semestre 1999).
toria, ma riduce la necessità di trattamenti aggiuntivi e
Complessivamente per questa categoria di farma-
il rischio di riacutizzazioni e di ospedalizzazioni. Tali
ci si stima un spesa 1999 pari a 962 miliardi, con un
dati comunque necessitano di ulteriori conferme.
incremento di 190 miliardi (+24.5%) rispetto all’an-
La terapia in associazione si è invece dimostrata
di maggiore efficacia in bambini con asma acuto ri-
Nel 1999 i gruppi di farmaci a maggior incidenza
spetto alla sola terapia con β2-adrenergici (24). Al- di spesa risultano essere i glicorticoidi (50,6%) e i
cuni trial prospettici, randomizzati e controllati han-
β2-adrenergici (34,7%), seguiti da associazioni di
no riscontrato un miglioramento statisticamente si-
β2-adrenergici e altri antiasmatici (8,8%), antialler-
gnificativo della funzionalità respiratoria nei bambi-
gici (4,3%) e anticolinergici (1,7%).
Oltre il 62% dell’incremento registrato nel bien-
management of asthma, 1997-NIH) per il soggetto
nio ‘98 -‘99 è imputabile ai glicocorticoidi (per tutti
asmatico che utilizza correttamente i farmaci per il
i principi attivi di questa categoria di farmaci si è os-
controllo preventivo. I β2 long-acting sono indicati nel
servato un aumento della spesa) e il 20,5% ai β2- controllo cronico dell’asma grave, in somministrazioni
adrenergici (in cui si osserva una marcata prevalenza
quotidiane. Per entrambi sono stati considerati i dosag-
dei derivati a lunga durata d’azione).
gi minimi e massimi raccomandati in scheda tecnica. I
β2 short-acting presentano un costo al dosaggio mini-
mo inferiore a £ 1.000 per fenoterolo, salbutamolo e
8. Costo terapia degli antiasmatici per via
terbutalina, mentre il costo per dosaggio massimo può
inalatoria a più alta incidenza di spesa
raggiungere £ 8.700 nel caso del salbutamolo; tra i β2
long-acting e per l’indicazione e i tempi sopra descrit-
Come sopra ricordato, glicocorticoidi e β2-adre- ti, il formoterolo fa registrare una maggiore variabilità
nergici contribuiscono alla spesa per farmaci antia-
(da £ 20.400 a £ 78.000), mentre il salmeterolo, pur
smatici inalatori per oltre l’85%. Nel grafico 1 ven-
presentando un range di variabilità minore, si colloca
gono confrontati i costi mensili delle terapie con que-
ad un costo superiore (da £ 76.700 a £ 154.200).
Per il calcolo del costo mensile della terapia con
In base alle differenti caratteristiche farmaco-cineti-
glicocorticoidi, è stato considerato il dosaggio gior-
che, i β2-adrenergici sono classificati in 2 gruppi di- naliero minimo e medio raccomandato dalle recenti
stinti: short-acting e long-acting. I β2 short-acting sono linee guida NIH. Come si può osservare il costo
indicati esclusivamente per il trattamento dell’episodio
mensile è compreso tra £ 5.800 e £ 29.400 con be-
asmatico acuto; il calcolo del costo si è basato sull’uti-
clometasone e tra £ 17.000 e £ 102.200 con flutica-
lizzo di 2 dosi settimanali, come previsto dalle linee
sone; budesonide e flunisolide si collocano a valori
guida statunitensi (Practical guide for the diagnosis and
DA RICORDARE
➢ L’asma bronchiale è una malattia che riconosce come momento patogenetico fondamentale uno stato in-
➢ La terapia farmacologica dell’asma deve essere sempre preceduta da un inquadramento clinico generale delpaziente (situazione ambientale in cui vive, altre condizioni morbose)
➢ L’obiettivo della terapia dell’asma cronico è quello di mantenere un paziente asintomatico, in una situazio-ne di stabilità respiratoria, con la migliore funzionalità polmonare possibile
➢ I glicocorticoidi inalatori sono attualmente il cardine della terapia antiinfiammatoria di mantenimento pertutti i pazienti ad eccezione di quelli con forme lievi
➢ I corticosteroidi devono essere iniziati a dosi elevate per poi passare al dosaggio minimo per via inalatoriache consenta di controllare i sintomi
➢ I glicocorticoidi per via inalatoria hanno un indice terapeutico favorevole; ciò nonostante, nella terapia alungo termine, devono essere tenuti presenti possibili effetti collaterali
➢ Prima di iniziare una terapia di mantenimento con glicocorticoidi inalatori ad alte dosi è opportuno aggiun-gere un secondo farmaco (ß2-adrenergico long-acting o teofillinico o antagonista dei leucotrieni)
➢ I ß2-adrenergici a breve durata d’azione sono i broncodilatatori più potenti e devono essere usati per via ina-latoria come “reliever” di prima scelta
➢ L’impiego giornaliero di ß2-adrenergici può determinare un deterioramento della sintomatologia in molti pa-zienti. Per questo si pone l’indicazione a una terapia antiinfiammatoria di mantenimento se l’impiego dei ß2-adrenergici è richiesto per più di tre volte la settimana (escludendo il loro uso per prevenire l’insorgenza deisintomi indotti dall’esercizio)
➢ Gli anticolinergici inducono una broncodilatazione meno intensa e in tempi più lunghi rispetto ai ß2-adre-nergici. Il loro utilizzo nella terapia dell’asma a lungo termine è di scarsa utilitàTabella 2: Spesa degli antiasmatici per via inalatoria inclusi nel Prontuario del Servizio Sanitario Nazionale nel 1998 e nel 1999* Agonisti selettivi recettori ß2-adrenergici Incidenza sul totale ß2-adrenergici ed altri antiasmatici Incidenza sul totale Glicocorticoidi Incidenza sul totale Anticolinergici per aerosol Incidenza sul totale Sost. antiallergiche, esclusi i corticosteroidi Incidenza sul totale
* Per il ‘99 è stata eseguita una stima sulla base dei dati del 1° semestre
gici e glicocorticoidi per via inalatoria long-acting -adrenergici inalatori -adrenergici inalatori
β 2 100-1600 mcg/die glicocorticoidi inalatori Costi mensili della terapia antiasmatica a base di ß Bibliografia 13) Spector SL et al. Accolate Asthma Trialists Group. Ef-fects of 6 weeks of therapy with oral doses of ICI1) National Asthma Education Program. Expert panel204.219, a leukotriene D4 receptor antagonist, inreport II. Guidelines for the diagnosis and manage-subjects with bronchial asthma. Am J Respir Crit Ca-ment of asthma. Bethesda MD: Department of Healthre Med 1994; 150: 618-23 and Human Service 1997; NIH Publication N° 97:14) Wenzel SE. Antileukotriene drugs in the managementof asthma. JAMA 1998; 280: 2068-9 2) The British Guidelines on asthma managment 1995 re-15) Lewis JS. Newer asthma terapies. Ann Intern Medview and position statement. Thorax 1997; 52: S1-S21 1999; 130: 531-2 3) Harrison BD et al. Need for intravenous hydrocortiso-16) Lipworth BJ. Leukotriene-receptor antagonists. Lan-ne in addiction to oral prednisolone in patients admit-cet 1999; 353: 57-62 ted to hospital with severe asthma, without ventilatory17) Gross NJ, Skorodin MS. Anticholinergic, antimuscri-failure. Lancet 1986; 1: 181-4 nic bronchodilators. Am Rev Respir Dis 1984; 129: 856-870 4) Van Essen-Zandvliet EE et al. Effects of 22 months oftreatment with inhaled corticosterodis and/or beta-18) Beck R et al. Combined salbutamol and ipratropium2–agonist on lung function, airway responsivness, andbromide by inhalation in the treatment of severe acutesymptoms in children with asthma. Am Rev Respir Disasthma. J Peditr 1985; 107: 605-8 1992; 146: 547-54 19) O’Driscol BR et al. Nebulised salbutamol with andwithout ipratropium bromide in acute airflow obstruc-5) Kamada AK et al. Issues in the use of inhaled gluco-tion. Lancet 1989; 1: 1418-20 corticoids. Am J Respir Crit Care Med 1996; 1553: 1739-48 20) Fitzgerald JM et al. The clinical efficacy of combinationnebulized anticholinergic and adrenergic bronchodila-6) Lipworth BJ. Fortnightly rewiew: modern drug treat-tators versus nebulized adrenergic bronchodilatatorment of chronic asthma. BMJ 1999; 318: 380-4 alone in acute asthma. Chest 1997; 111: 311-15 7) Clark DJ et al. Adrenal suppression with chronic dosing of flu-21) Karpel JP et al. A comparison of ipratropium and al-ticasone propionate compared with budesonide in adult asth-buterol vs albuterol alone for the treatment of acutematic patients. Thorax 1997; 52: 55-8 asthma . Chest 1996; 110: 611-16 22) Garret JE et al. Nebulised salbutamol with and8) Boorsma M et al. Assessment of the relative systemicwithout ipratropium bromide in the treatment of acutepotency of inhaled fluticasone and budesonide. Eur Re-asthma . J Allergy Clin Immunol 1997; 100: 165-70 23) Lanes SF et al. The effect of adding ipratropium bromi-9) Donnelly R et al. Effects of budesonide and fluticasonede to salbutamol in the treatment of acute asthma: a poo-on 24-hour plasma cortisol. A dose response study. Amled analysis of three trial. Chest 1998; 114: 365-372J Respir Crit Care Med 1997; 156: 1746-51 24) Qureshi F et al. Effect of nebulized ipratropium on thehospitalization rates of children with asthma. N Engl10) Brogden RN, Sorkin EM. Nedocromil sodium: an up-J Med 1998; 339: 1030-5 dated review of its pharmacologic properties and therapeutic efficacy in asthma. Drug 1993; 45: 693- 25) Hambleton G et al. Is the combination inahler of sal-butamol and beclometasone dipropionate as effectiveas the some agents from separate inahlers in the ma-11) Drazen JM et al. Treatment of asthma with drugs mo-nagment of childoohd asthma? Curr Med Res Opindifyingthe leukotriene pathway. N Engl J Med 1999;1987; 10: 548-54 340: 197-206 12) Reiss TF et al. Montelukast, a once-daily leukotriene26) Mc Donald C et al. Evaluation of the combinationreceptor antagonist, in the treatment of chronic asth-inhaler of salbutamol and beclomethasone dipropio-ma: a multicenter, randomized, double-blind trial. Ar-nate in the managment of asthma. Curr Med Res Opinch Intern Med 1998; 158: 1213-20 1988; 11: 116-22
Nothing to Sneeze at: Skydiving with a Cold or Allergies by Musika Farnsworth Ear or sinus problems at altitude are more than an inconvenience. They can get so intensely painful that they disorient or disable a skydiver in the plane, in freefall or under canopy. Damaged sinuses may take weeks to recover, and ear damage may result in permanent hearing loss or vertigo. “I felt fine
A cluster of single nucleotide polymorphisms in the 5H-leader ofthe human dopamine D3 receptor gene (DRD3) and itsSinthuja Sivagnanasundarama,1, Alex G. Morrisa,1, Emma J. Gaitondeb, PeterJ. McKennac, John D. Mollonb, David M. Hunta,*aDepartment of Molecular Genetics, Institute of Ophthalmology, University College London, Bath Street, London, EC1V 9EL, UKbDepartment of Experimental Psycho